MOLDOVA, IL PAESE MENO VISITATO D'EUROPA
Nascosta tra Ucraina e Romania, senza sbocchi sul mare, è di gran lunga il paese meno visitato d'Europa. Rurale, pittoresca, povera: è stata per secoli terra di passaggio e conquista dei grandi imperi. Eppure sono in molti a non sapere neppure dove sia
QUANDO il sole tramonta le stelle dominano il cielo di un'Europa con pochi lampioni, dove la gente di campagna ha i covoni di paglia in giardino e prende l'acqua nel pozzo. Rurale, pittoresca, povera, la Moldova è stata per secoli terra di passaggio e conquista dei grandi imperi, eppure sono in molti a non sapere neppure dove sia. Nascosta tra Ucraina e Romania, senza sbocchi sul mare, la Moldova è un paese piccolo, poco più esteso di Campania e Lazio. Secondo i dati dell Banca Mondiale dal 2010 gli stranieri che hanno passato almeno una notte in Moldova oscillano intorno a quota 10 mila all'anno: è di gran lunga il paese meno visitato d'Europa e si contende le ultime posizioni nel mondo con isole sperdute nel Pacifico.
La capitale Chisinau, un tempo Chisinev, è una piccola metropoli di quasi ottocentomila persone costruita tra le colline. Nelle grandi arterie di scorrimento si susseguono cambiavalute, casinò, fast food, catene di pizzerie, ancora cambiavalute.
La città mischia schiere di palazzoni sovietici a casette di fortuna, eleganti edifici fatiscenti a costruzioni di legno. I monumenti più grandi sono intorno al Parcul Catedralei, dove ci sono la principale chiesa ortodossa della città, l'Arco di Trionfo e il Palazzo del Governo, colosso sovietico su cui sventola il tricolore blu-giallo-rosso. La zona intorno alla stazione degli autobus centrale è la parte più affollata della città: i furgoni partono di continuo tra la folla del mercato, mentre la gente sgomita tra ceste di fiori e cassette di patate.
Le vigne sono la grande attrazione delle campagne. La produzione di vino ha una tradizione secolare, i centri più importanti sono Cricova e Milestii Mici: entrambe le vinerie sono aperte al pubblico e visitabili su prenotazione, le cantine sotterranee sono così grandi che si esplorano in automobile. A Cricova, dove sessanta dei centoventi chilometri di tunnel del XV secolo sono pieni di bottiglie, sono conservati vini precedenti alla Seconda Guerra mondiale e addirittura una bottiglia data "Gerusalemme 1902". La vineria di Milestii Mici, di epoca sovietica, è entrata nel Guinness dei primati per la collezione più numerosa del mondo: un milione e mezzo di bottiglie ospitate in duecento chilometri di gallerie.
Orheiul Vechi è la destinazione più spettacolare della Moldova. Il complesso sacro e archeologico sorge in campagne isolate 60 chilometri a nord di Chisinau. Il monastero è costruito dentro una falesia di calcare, circondata da un fiume che solca una natura selvaggia, rocciosa, remota. Fu costruito dai monaci ortodossi nel XIV secolo e fu abitato per quattrocento anni; rimase abbandonato durante tutto il regime comunista, ma con l'indipendenza della Moldova è tornato al suo antico splendore. Scendendo le buie scale in pietra si entra nelle viscere della rupe, dove i monaci pregano alle luce di candele noncuranti dei turisti estasiati dalla porticina che si apre sul precipizio.
L'autoproclamata Repubblica di Transnistria è a pochi chilometri di distanza. La cosiddetta "Repubblica Moldava di Pridnestrovie" è un sottilissimo lembo di terra a est del fiume Dnestr: è uno stato indipendente de facto, non riconosciuto dai Paesi membri dell'Onu. La lingua ufficiale è il russo, la valuta corrente il rublo della Transnistria. In Moldova ci sono diversi punti di confine presidiati da carri armati e militari in tuta mimetica: si ottiene il permesso di entrare per alcune ore, ma in caso di pernottamento ci vuole una registrazione più complessa.
La capitale della Transnistria è Tiraspol, una città di quasi duecentomila persone a dieci chilometri dal confine con l'Ucraina. Nelle strade silenziose ci sono poche automobili e pochi negozi, le statue di Lenin campeggiano davanti al Palazzo del Governo e al palazzo delle Repubbliche socialiste sovietiche. La libreria vende gli stemmi della Pridnestrovie, con la scritta in cirillico e la falce e il martello tra i fasci di grano.
Visitare la Transnistria non è esente da rischi e il Ministero degli esteri italiano sconsiglia di farlo, perché non potrebbe intervenire in caso di bisogno. Il problema principale riguarda la corruzione delle forze dell'ordine, che talvolta inventano trasgressioni pretestuose per spillare soldi ai pochissimi stranieri che incontrano per le strade.
Nel corso dei secoli in Moldova hanno comandato Romani, Ottomani, Austriaci, Russi, Romeni. Nel 1991, dopo cinquant'anni di dominazione sovietica, il Paese ha riconquistato l'indipendenza ed è diventato la periferia di un continente. Ma a Vadul Lui Voda, un piccola località di villeggiatura sul fiume Dnestr, la Moldova sogna l'Europa. Da una decina d'anni il paese è sede di numerosi progetti dell'Unione europea e ogni anno ospita centinaia di ragazzi stranieri. «Vogliamo far conoscere il nostro Paese all'estero - spiega il professore Dorin Lozovanu, presidente dell'Associazione di Geografia ed Etnologia della Moldova e organizzatore di numerosi progetti di scambio con l'associazione Demetra - La Moldova è un paese piccolo ma dobbiamo attirare gli stranieri con quello che abbiamo: festival tradizionali, agricoltura, progetti di sviluppo delle regioni rurali».
Intanto per le strade di Vadul Lui Voda si aggirano ragazzi provenienti da Turchia, Caucaso, Balcani, Stati Uniti. Forti di un crogiolo di etnie che convive da secoli, i moldavi li guardano incuriositi, affascinati. Anche grazie a loro la Moldova ha guadagnato qualche migliaio di ingressi negli ultimi cinque anni. E la Repubblica nascosta nell'Est si è aperta al turismo dopo decenni di isolamento, scoperta dal mondo in mezzo all'Europa, come un'isoletta nell'oceano