NEW YORK, TRA CLASSICI E SORPRESE


Gli itinerari proposti sono una valanga, tra set di film, shopping, viste dall’alto, ristoranti fusion, club, teatri, bettole per il jazz. Di certo per visitare i 24 chilometri di Manhattan serve pianificazione: altrimenti si rischia di passare la vacanza tra scale mobili e carrozze del metrò.

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Non ascoltate l’amico che vi suggerisce il taxi dall’aeroporto JFK a Midtown, perché i ricordi di «New York che costa meno dell’Italia» sono belli che svaniti. Con il dollaro e l’euro ormai appaiati il portafoglio si svuota in un attimo: per evitare salassi ci vuole diligenza, da subito. L’Air Train porta fuori dall’aeroporto mentre dalla periferia del Queens si va in centro con la metropolitana. Meglio farsi subito un bell’abbonamento settimanale, perché un viaggio singolo da 2 dollari e 75 alla lunga ha il sapore della rapina.

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New York, dunque. Gli itinerari proposti on line sono una valanga, tra set di film, shopping, viste dall’alto, ristoranti fusion, club, teatri, bettole per il jazz. Di certo per visitare i 24 chilometri di Manhattan serve pianificazione, altrimenti si rischia di passare la vacanza tra scale mobili e carrozze del metrò. Si è sempre detto che il centro del mondo è Times Square: ora si è spostato di un miglio verso nordest, e anziché un tripudio di schermi colorati ha vetri scuri che salgono al cielo e una scritta nera che mette timore solo a guardarla: Trump Tower. Poliziotti addobbati da guerra e metal detector sorvegliano i portoni di questo grattacielo sulla Fifth Avenue con 68 piani dichiarati ma solo 58 effettivi: un trucco per gonfiare il prezzo degli appartamenti che lo stesso Trump rivelò al New York Times nel 2003. A mostrare la tana kitsch del miliardario diventato presidente ci hanno pensato i magazine patinati: ai comuni mortali non resta che visitare un atrio invaso da turisti di mezzo mondo che fotografano marmi rossi, scale mobili e corrimano dorati. Il resto è puro trash, con i gioielli della boutique di Ivanka, teche che espongono cappellini e magliette firmate “Make America Great Again” e il Trump Bar, caffè per chi sogna da ricco ma cerca prezzi popolari. Bastano cinque dollari per una birra e sette per un cocktail con tanto di vista sulla cascata artificiale.

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Appena fuori dalla Torre ci sono due negozi simbolo di New York, la gioielleria Tiffany e il cubo vetrato della Apple. Il trucco per districarsi tra le tante attrazioni è trovarne almeno un paio per quartiere, in modo da non dover tornare sui proprio passi e muoversi il più possibile a piedi. La casa davanti alla quale fu assassinato John Lennon, per esempio, è proprio accanto al Museo di Storia Naturale e alla sua leggendaria esposizione di scheletri di dinosauri; la Columbia University è a pochi passi dalla Cattedrale di Saint John the Divine, che oltre a essere uno dei luoghi di culto più grandi al mondo ospita il “Trittico della vita di Cristo” dell’artista Keith Haring. Il Greenwich Village è un’ottima base per la High Line, un parco sopraelevato che ripercorre un’antica ferrovia ormai in disuso; China Town è accanto a Little Italy, la stazione centrale dei treni è proprio sotto il Chrysler building. Wall Street è vicina all’One World Trade Center e alla Fraunces Tavern, un bar-ristorante-museo all’interno di una struttura che risale al 1783.

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Per chi punta alle attrazioni più note di Manhattan – e non vuole dissanguarsi con ingressi da 30 dollari l’uno – c’è l’abbonamento New York City Pass: sei attrazioni a 116 dollari e nessuna coda   per accedere alle biglietterie. Nel carnet ci sono i ticket per l’Empire State Building, il Museo di Storia naturale, il Metropolitan Museum, il Top of the Rock, il Guggenheim Museum,  la Statua della libertà, la crociera intorno a Manhattan, il Museo dell’11 settembre. La proposta meno culturale è di sicuro la portaerei degli anni ’60 Intrepid, un museo militare ancorato sull’Hudson River che comprende un sottomarino, una schiera di elicotteri e aeroplani, un Concorde e addirittura uno space Shuttle.

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Chi sogna di vedere un musical a Broadway deve dare un’occhiata al sito TKTS, che mette in vendita ogni giorno una serie di biglietti a prezzi stracciati. Per le vedute mozzafiato della città basta invece salire un grattacielo o oltrepassare i fiumi, ma vale la pena di adottare qualche accortezza per ottenere le fotografie migliori. L’Empire ha un ascensore che spara all’86esimo piano sino alle due di notte mentre il Top of the Rock offre (a caro prezzo: 34 dollari) la vista migliore della città dalla terrazza del Rockfeller Center: per una vista da manuale durante il giorno, meglio puntare sulla prima mattina. Tra le più celebri vedute gratuite ci sono il parco del Ponte di Brooklyn e l’Hunters Point, un parco sull’East River proprio in faccia al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite. Al mattino la luce illumina i grattacieli, di pomeriggio ne evidenzia la sagoma.

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La vista più memorabile di New York è però dal traghetto arancione per Staten Island, un collegamento continuo tra Lower Manhattan e quest’isola a sud della città: 25 minuti di viaggio 365 giorni l’anno, finestrini zozzi e caffè pessimi. La imbarcazioni sono frequenti ma all’apertura dei cancelli bisogna correre perché i ponti sono stretti e tutti cercano di accaparrarsi la vista migliore. Dalla zona posteriore si ammira Lower Manhattan e il suo celebre skyline, a sinistra c’è Brooklyn, a destra Ellis Island e la Statua della Libertà. Al tramonto il sole va proprio lì dietro, tra una selva di gru portuali: mentre i grattacieli più famosi del mondo cominciano a luccicare la statua diventa solo una sagoma nera, in attesa che si illumini quella torcia che ha dato il benvenuto a milioni e milioni di persone in arrivo a tutto il mondo.

(Repubblica.it, 30 gennaio 2017)