Un’estate a coltivare basilico e raccogliere rose, o magari a pascolare capre sull’Appennino e a tagliare la legna. Lontani da telefoni e computer, senza spendere un soldo, con letto e pasti garantiti. Non è un sogno: le opportunità di questo tipo in Liguria non mancano, basta aver voglia di stare all’aria aperta e riscoprire la vita contadina. E soprattutto, saper dove cercare.
La rete mondiale Wwoof è l’esempio più celebre che mette in contatto volontari e progetti rurali. Wwoof sta per “World wide opportunities on organic farm” ed è un circuito di aziende agricole, masserie e fattorie biologiche che ospitano chi è disposto a condividere il proprio lavoro. «ll bello di fare wwoofing è riassunto nel nostro motto: condividere la quotidianità rurale alla ricerca di stili di vita in armonia con la natura», spiega Claudio Pozzi, presidente di Wwoof Italia. «Ma attenzione a non confonderlo con una vacanza a basso costo o con un modo per avere lavoratori gratis», tiene a precisare. «Il denaro non c’entra. Fare wwoofing è uno scambio in termini umani, un rapporto culturale ed educativo».
Il progetto Wwoof è nato nel 1971 in Inghilterra e grazie a internet sta crescendo in tutto il mondo: in Italia le strutture ospitanti sono circa 700, una ventina quelle in Liguria. «E ci sono sempre più domande di adesione», spiega il referente di Wwoof Liguria, Mauro Sellaroli, veronese di 27 anni che dopo la laurea in geografia ha fatto wwoofing in Liguria e ha deciso di trasferirsi in un podere sopra Vesima. «Per ora ho un orto familiare, ma a breve partirò con le capre per produrre latte, yogurt e formaggio».
Su Wwoof.it c’è la lista delle strutture ospitanti con tutte le informazioni necessarie e i tipi di lavoro richiesti. Nella valle di Sori cercano una mano per allevare le api, nello spezzino e nell’imperiese per curare gli uliveti. Dario e Laura vivono nella Fattoria Dolce Humus, vicino ad Albenga, e coltivano la terra con metodo Fukuoka, senza nessun trattamento e mezzi meccanici. Chi sogna un’estate “come un volta” rimarrà soddisfatto: «Qui non è come la fattoria di Nonna Papera – spiegano - Ci sono ragni, zanzare, bisce e un sacco di animaletti. Non abbiamo frigorifero, TV, computer, internet, videogiochi. Abbiamo la possibilità di far ricaricare solo i telefonini».
Gli amanti di agricolture più particolari possono rivolgersi all’Accademia Italiana di Permacultura, che riunisce chi pratica questo modo di gestire il paesaggio senza modificare l’ecosistema naturale. Un laboratorio per imparare è “La Tabacca”, un casa contadina tra i castagni del Parco del Beigua gestito dall’associazione ambientalista Terra!. «Da giugno ospiteremo volontari per realizzare orti sinergici – spiega Giorgia Bocca, vicepresidente dell’associazione - Semineremo le colture per l’autunno e libereremo alcune fasce dai rovi. Ma tutto il casolare ha ancora bisogno di una ricostruzione, ovviamente ecologica, che renda la casa di campagna un laboratorio a cielo aperto . Sarà un modo per vivere in modo sano e sostenibile, e riscoprire il piacere di passare il tempo insieme».
(anche su Repubblica.it)