SENEGAL, LA LUCE E' IN BOTTIGLIA

 

L’idea è di una Ong filippina che porta l’illuminazione sostenibile dove manca l’elettricità. La sezione italiana è andata in un villaggio del Senegal con un’idea ambiziosa: far nascere una cooperativa di donne che produca le “luci” per le comunità vicine

Foto di Elena Mannocci

Foto di Elena Mannocci


Sino a due mesi fa, dopo il tramonto, a Siné Mbarick si vedeva solo con la luna piena. Cheik Gueye, 19 anni, ha passato così tutte le notti della vita e ha imparato a camminare a memoria tra sentieri di sabbia, baobab e alberi di tamarindo. Sempre con un po’ di paura. «Vivere al buio non è solo scomodo», racconta. «Senza una torcia, anche andare dal vicino di casa diventa pericoloso».

Ora già dalla strada asfaltata si intravede un puntino luminoso a Siné Mbarick, e alle 8 di sera, quando il resto del Senegal rurale va a dormire, le donne del villaggio chiacchierano davanti a casa mentre i bambini giocano a pallone. A far luce non sono lampioni, perché lì la rete elettrica non arriva: sono le bottiglie di Liter of Light.

Sinè Mbarick

Sinè Mbarick

Liter of Light è una Ong filippina che promuove l’illuminazione ecosostenibile in paesi dove manca l’elettricità. Parte dall’idea del meccanico brasiliano Alfredo Moser, che nel 2002 ha inventato un modo per illuminare la sua officina durante il giorno: sfruttare la capacità di rifrazione di una bottiglia di plastica riempita di acqua (con della candeggina che eviti la formazione di alghe) per generare la luce di una lampadina da 50 watt. L’idea è stata diffusa nelle Filippine dal fondatore di Liter of Light, Illac Diaz, che nel 2013 ha corretto il sistema con pannelli solari e lampadine per fare luce anche di notte.

La route National, in direzione di Sinè Mbarick

La route National, in direzione di Sinè Mbarick

Verso Sinè Mbarick

Verso Sinè Mbarick

Nel 2014 Liter of Light è arrivata in Italia grazie a quattro amici nati tra il 1986 e il 1992, i fratelli Lorenzo e Giorgio Giorgi, Giacomo Battaini e Simone Gori. Da Prato coordinano le sedi di Liter of Light in Europa e hanno studiato il primo progetto per l’Africa nera, in Senegal, dove secondo la Banca Mondiale quasi la metà della popolazione non ha accesso all’energia elettrica. «Ma nelle zone rurali si stima che sia più del 90%», precisa il direttore dell’associazione, Lorenzo Giorgi, 27 anni. Tra questi c’è Siné Mbarick, una comunità di 700 pastori e coltivatori di miglio, arachidi e fagioli. «Il villaggio è completamente off-grid come tanti altri ma ha la fortuna di essere lungo la trafficata Route National, a meno di tre ore da Dakar e a un chilometro da un grande centro abitato, Ngaye Mékhé. Essere facilmente raggiungibili è essenziale per la buona riuscita di un progetto come questo».

Sinè Mbarick

Sinè Mbarick

Lorenzo Giorgi si è così trasferito in Senegal per avviare i lavori con il sostegno economico della Fondazione milanese AEM. A Siné Mbarick alle due di pomeriggio il caldo è torrido e il capo del villaggio Mamadou Gueye, 59 anni, riposa nella sua abitazione vestito di un kaftano verde smeraldo. «In un mese la nostra vita è cambiata», racconta soddisfatto. «Avevamo bisogno di più sicurezza perché non c’era solo il rischio di cadere dopo il tramonto, il problema erano i ladri che sfruttavano l’oscurità per rubare nelle abitazioni».

Annunciato il progetto, la famiglia Gueye ha però dovuto vincere la diffidenza della popolazione. «Ci dicevano di non illuderci», ricordano due figli di Mamadou, Ndioba e Cheik. «Nel villaggio erano certi: portare la luce a Siné Mbarick sarebbe stato impossibile».

Sinè Mbarick, il setaccio degli arachidi

Sinè Mbarick, il setaccio degli arachidi

Invece a dicembre 2015 Liter of Light arriva in Senegal con una squadra di cinque persone, quattro ragazzi italiani più il boss filippino, e comincia a insegnare alla popolazione a montare e riparare le luci. «A far da palo per il lampione ci sono tubi di plastica per uso idraulico - spiega il direttore Lorenzo Giorgi - mentre la lampada è composta da un pannello solare, un led e una bottiglia di plastica da litro e mezzo. I circuiti sono stati ideati in un istituto tecnico milanese per essere assemblati senza l’uso di saldatori».

La forza di Liter of Light è che il suo progetto può essere realizzato ovunque, con il valore di eliminare le bottiglie in zone dove non è prevista la raccolta differenziata dei rifiuti: anche per questo è stato premiato nel 2015 con lo Zayed future energy prize di Abu Dhabi, tra i premi internazionali più ambiti per la produzione di energia ecosostenibile.

12.jpg

Le 120 lampade di Liter of Light saranno montate entro marzo. Ma non arriveranno sino alla strada asfaltata, come si era progettato: gli abitanti di Siné Mbarick preferiscono non far sapere di avere la luce perché temono il furto dei lampioni. La fama di villaggio “illuminato” è destinata comunque a crescere. L’obiettivo è rendere Siné Mbarick un centro di produzione di lampade per altri villaggi e al tempo stesso favorire l’emancipazione delle donne, uno dei pilastri per migliorare le condizioni di vita nelle comunità off-grid. A dirigere i lavori sarà l'associazione femminile locale, che tramite il microcredito avvierà un commercio privato di tipo cooperativo. La presidente dell’associazione femminile, Ndeye Astouwade, ha accolto il progetto con entusiasmo. «Anche la fortuna ha bisogno della luce», sorride. «Perché se cammini e in terra c’è qualcosa di valore, senza luce non puoi vederlo. E il vento se lo porta via».

(Repubblica.it, 15 febbraio 2016)