I campi di ortaggi, a Verdeggia, sono un affare di famiglia. La pulizia delle viuzze pure, e così la cura dei fiori. Pure l’unico bar del paese, pieno d’agosto ma deserto il resto dell’anno, è un affare di famiglia. Perché a Verdeggia, un gruppetto di case al confine con la Francia, ai piedi del Monte Saccarello, abita solo la famiglia Lanteri. Sei gli storici abitanti: il nonno e la nonna, lo zio, il papà e la mamma, il loro figlio undicenne.
Sono storie di montagna quelle dell’alta Valle Argentina, bella e impervia come le Alpi liguri dell’imperiese, ma lontana da Genova che neanche la Svizzera. A Verdeggia l’aria è frizzante, i metri sul livello del mare sono 1100. Silvano Lanteri, il nonno, ha 72 anni e ha trascorso la vita nel paese. Come tutti quelli della sua epoca, lavorava nelle vicine cave di ardesia di Realdo. «Ma l’ardesia era praticamente finita, è stata una vitaccia», racconta. Sua moglie Carla, la nonna, ha 70 anni e una vita da casalinga alle spalle. «Quando ero ragazzina non avevo nemmeno idea di dove fosse il Monte Saccarello», ricorda. «Poi sono venuta a Verdeggia per lavoro, tenevo dei bambini. Ho conosciuto Silvano e siamo rimasti a vivere qui, proprio sotto il Monte».
Nel 1978 è nato Daniele. All’epoca il paese era vivo: di abitanti, coltivazioni e animali. Sino agli anni ’80 a Verdeggia c’era addirittura una colonia estiva per bambini gestita dalle suore; sette anni fa esisteva ancora l’hotel dove Daniele Lanteri lavorava. Poi il nulla. «E così ho comprato all’asta dal Comune di Triora il rifugio all’ ingresso del paese e l’ho trasformato in un bar ristorante», racconta Daniele. «E pensare che un tempo era la scuola elementare di Verdeggia, che ho frequentato sino all’anno della sua chiusura nel 1988. In classe eravamo in tre, c’era anche mio fratello maggiore».
A parte il periodo estivo e i fine settimana, come potenziali clienti del bar Daniele ha solo i suoi genitori, suo zio Italo e sua moglie. E magari chi torna al paese per dare un’occhiata alla casa e all’orto. «Siamo abituati a essere sempre meno», dice Daniele un po’ sconsolato «E’ il destino della montagna e del suo spopolamento». La chiesa di Verdeggia ne è un esempio. Ancora dieci anni fa il parroco Don Federico arrivava anche di inverno, dietro allo spazzaneve, e diceva la messa solo per la signora Carla. Ora le messe si fanno a rotazione: a Verdeggia è in programma domenica 17 settembre, poi bisogna aspettare il primo novembre.
Il signor Romano Della Torre, presidente della Pro Loco di Verdeggia, torna spesso nel paese della sua famiglia e anima il periodo estivo con celebrazioni patronali, sagre, nottate con canti di montagna e orchestre che fanno musica da osteria. Quando l'estate finisce, bisogna attendere quella dopo. «Pure nostro figlio durante il periodo scolastico vive a Riva ligure, dagli altri nonni», raccontano Daniele Lanteri e la moglie Sara. «Per fortuna quest’anno un signore è venuto a vivere qui a Verdeggia, con il cane» raccontano. «Almeno porta un po’ di movimento».