Il giro del mondo a 80 all'ora: l'impresa di Luca (e la sua vespa gialla)

L’idea gli venne durante un’estate vagabonda in Spagna, quando in sella a una Vespa tinta giallo cromo arrivò in fondo all’Andalusia, a Tarifa. Era il 2003 e c’era l’Atlantico a sbarrargli la via, ma Luca giurò a se stesso che un giorno neppure gli oceani lo avrebbero fermato. Undici anni dopo ha realizzato il suo sogno di sentieri polverosi e mani sporche di grasso, minareti, deserti e giungle tropicali. Con un’altra Vespa gialla a portarlo fin dove arriva la strada.

La partenza da Genova

La partenza da Genova

Luca Capocchiano ha 37 anni ed è un ingegnere meccanico di Genova, con un passato di successo nel mondo del Campionato Superbike – con Ducati e Honda – e un lavoro alla Ferrari, a Maranello. A ottobre dello scorso anno Luca è partito per il giro del mondo da Genova, direzione est, con l’idea di ritornare nello stesso punto dopo 40 mila chilometri e 28 Paesi, da ovest. «Perché proprio una Vespa? - spiega Luca da Bangkok, in Thailandia - Perché ha le qualità più importanti per un viaggio così lungo: l’affidabilità, la facilità di manutenzione e l’interesse dei ladri. In Europa tutti conoscono il valore di una Vespa d’epoca: altrove una Vespa d’epoca è solo una moto vecchia».

Foto di Luca Capocchiano

Foto di Luca Capocchiano

La sera del 5 ottobre Luca ha lasciato Genova con una 125 TS del 1976 dipinta di giallo Positano, un po’ di bagagli, qualche pezzo di ricambio, una tanica di benzina. E ha cominciato a raccontare il suo viaggio sul blog ilgirodelmondoa80allora.com.(dove è anche possibile donare a Luca 10 euro per un pieno). Prima fermata, Balcani. «Il Montenegro mi ha accolto benissimo – racconta divertito - Il poliziotto alla dogana che controllava stancamente i miei documenti si è illuminato leggendo la mia città natale. ”Ah Genova, Zampdoria, Mihajlović!”. E anche il proprietario del primo hotel in Albania è stato molto gentile. Mentre caricavo i bagagli, si è avvicinato e mi ha detto: “Se dormi a Tirana, portati la Vespa nel letto. Nei paesi piccoli te la rubano lo stesso, ma lì puoi ritrovarla pagando un riscatto al capo villaggio. Se te la rubano a Tirana invece sparisce per sempre”. Nei sei mesi di viaggio la Vespa ha sorpassato i ladri di Medio Oriente e Asia, ma non ha retto la traversata dei gelidi altopiani turchi.

Kurdistan turco (foto di Luca Capocchiano)

Kurdistan turco (foto di Luca Capocchiano)

Dopo una notte di neve tra le montagne del Kurdistan, a novembre, arriva infatti il primo grande intoppo. «Mi fermo a fare una foto e la moto si spegne. Riparte a fatica. Poi si spegne ancora. Ferita a morte mi ha portato in salvo fino in città, permettendomi di trovare un alloggio dove poterla controllare, come un vero cavallo da battaglia al termine dello scontro fatale». In attesa dei pezzi di ricambio Luca rimane fermo per giorni a Dogubayazit, polverosa città di confine con l’Iran. Grazie al forum di “Vespaonline.com” riesce a smontare la moto nel sottoscala dell’albergo e a riparare il danno, ormai ospite fisso di due meccanici che aggiustano le auto della loro officina a suon di mazzate.

Dogubayazit (foto di Luca Capocchiano)

Dogubayazit (foto di Luca Capocchiano)

«Al confine i poliziotti turchi erano così stupiti del mio mezzo che mi han fatto superare la lunga fila di camion, addirittura fischiando divertiti ai colleghi iraniani di là dal cancello». Dopo oltre 2500 km di discesa dalle fredde montagne del nord  - e un incontro a Isfahan  con due ragazzi napoletani diretti in Australia con una BMW – Luca arriva a Bandar Abbas, nel Golfo persico,  e dorme a casa di Omid, un ragazzo contattato tramite Couchsurfing. «Le stanze erano senza letti, armadi, neppure un comodino. Omid dormiva per terra su un piumone, non ho avuto il coraggio di chiedergli perché. Oltre a Luca ospitava Bjorne, una specie di vichingo con la faccia buona, un ragazzone tedesco partito da Amburgo e arrivato fino a Trazbon in Turchia a piedi, seguendo i binari del treno».  

Isfahan, Iran (foto di Luca Capocchiano)

Isfahan, Iran (foto di Luca Capocchiano)

Luca naviga quindi sino agli Emirati Arabi per raggiungere l’Oman, dove sembrava ci fosse una nave per l’India.  Per due giorni è adottato da un gruppo di biker: nel frattempo c’è una gara automobilistica di “drifting” (quelle dove le macchine derapano a ogni curva), fa un giro in pista con la Vespa, è premiato insieme ai vincitori e finisce sul giornale locale.

Emirati Arabi Uniti (foto di Luca Capocchiano)

Emirati Arabi Uniti (foto di Luca Capocchiano)

Ma la spedizione della Vespa dall’Oman costa troppo cara e così Luca torna a Dubai. Dove comincia il suo calvario: resta tre giorni in aeroporto in attesa di una partenza che gli assicuravano imminente, con la Vespa presa in ostaggio dagli spedizionieri e i prezzi già carissimi i lievitati a dismisura. Riesce comunque a spedire la moto a Mumbai e a risalire l’India sino al Nepal - attraverso zone remote e selvagge, terre di elefanti e grigliate a base di topo e cane – per poi ridiscendere verso il Myanmar. «Un Paese che ha aperto le frontiere via terra solamente da un anno e in cui la mia Vespa è probabilmente la prima a metterci le ruote».

India (foto di Luca Capocchiano)

India (foto di Luca Capocchiano)

Dopo la visita della Cambogia e delle meraviglie di Angkor, ecco la sosta in Thailandia. «Avevo assolutamente bisogno di un centro di assistenza Piaggio per riparare un po’ di problemi che mi trascinavo dietro da tempo». Dopo il restyling è partito per Singapore e ha imbarcato la moto su una nave container per Darwin, nel nord dell’Australia, dove è arrivato a inizio maggio. Dopo 5mila chilometri via terra sino a Melbourne  volerà oltre il Pacifico, a Santiago del Cile, punterà verso la terra del Fuego e risalirà l’Argentina sino al Brasile. Si imbarcherà per il Senegal e seguirà il percorso della vecchia Parigi Dakar, sino in Italia.

Australia (foto di Luca Capocchiano)

Australia (foto di Luca Capocchiano)

Ad aspettarlo ci sarà la fidanzata, che sul blog chiama ermeticamente “Zucchero Filato”. «Non si può dire propriamente felice della mia decisione – confessa Luca - ma nonostante non approvi capisce che era il mio sogno».  Zucchero Filato dovrà aspettare un po’ più del previsto, poiché la data del ritorno di Luca a Genova – atteso a giugno – slitterà a fine estate. La speranza di un fidanzato preciso come il celebre Phileas Fogg, che nel romanzo di Verne girò intorno al mondo in 80 giorni, è ormai un miraggio. Ma di sicuro potrà abbracciare un fidanzato bello abbronzato, fresco della traversata di Mauritania e Marocco in pieno agosto.

(anche su Repubblica.it)